Placida giornata di turismo fluviale, quella di oggi, per tutti coloro che hanno accolto la proposta della Pro Loco di Vimercate di “Navigare sulle rive del Brenta” come è scritto sul volantino.
Si parte alle 6,40 dal largo Marinai d’Italia che è il piazzale presso il cimitero di Vimercate.
Il parlottio, animato e sommesso, indica il procedere sicuro e pacifico del mezzo che ci porta. Suppongo che ad appisolarmi non sia stato solamente io.
Facciamo una pausa presso l’area di sosta autostradale di Sommacampagna tra le 8,10 e le 8,40 Il piazzale è colmo di automezzi, l’interno talmente affollato che rinuncio ad acquistare alcunché. Riesco, invece, ad accedere ai servizi, che sono nuovi e piuttosto puliti, abbastanza rapidamente. Il caffè di mezzo viaggio lo propone, per 1 euro, anche il nostro autista. Ne approfitto.
Alle 9,40 a Padova, sale Rosanna una guida già conosciuta da alcuni di noi in occasione di una gita precedente. Col microfono in mano inizia subito la sua narrazione, che conduce spesso anche fuori dal tema. Nel corso della giornata, tuttavia, avrà modo di farsi onore narrando di Venezia, della riviera del Brenta e delle ville venete che vi si affacciano.
Malcontenta è una frazione del comune di Mira divisa dal naviglio del Brenta. È lì che, alle ore 9,15, lasciamo il pullman. Ci aspetterà, la sera, a Stra. La villa Foscari, costruita su progetto dell’architetto Andrea Palladio tra il 1554 e il 1557, conserva affreschi attribuiti a Giovanni Battista Zelotti, come è specificato su un cartello all’ingresso. L’ho già visitata, da turista, un paio di volte. L’una con degli amici, l’altra come parte di un gruppo guidato, come è oggi, Salvo che allora cadeva la pioggia dell’autunno mentre oggi c’è un bel sole primaverile a illuminare il breve parco intorno. Mi stacco, giro intorno alla casa cercando inquadrature favorevoli per la macchina fotografica. Poi mi decido ad entrare quando la presentazione è quasi ormai conclusa, non tanto per osservare gli interni quanto per rivedere la scultura di Zaha Hadid che occupa una stanza intera del piano nobile. Opera di una donna famosa per il contributo dato all’architettura contemporanea, trovai questo lavoro contorto, illeggibile e bizzarro. Oggi, invece, l’ho molto apprezzato.
Alle 11 saliamo sul battello passando da uno, accostato alla riva, all’altro, che gli è affiancato. E’ un’imbarcazione piuttosto grande. Praticamente tutto il nostro gruppo, che sale al piano superiore, occupa meno della metà dei posti disponibili. La cabina inferiore rimane quasi del tutto vuota dato che nessun altro navigante è salito assieme a noi. Una cerata protegge il ponte esterno, sostenuta da una struttura, abbassabile alla bisogna, fatta di barre metalliche. Infatti, all’approssimarsi di ponti particolarmente bassi, ai passeggeri verrà chiesto di stare seduti per consentire di calare la tettoia, senza causare incidenti.
Alle 11,45 ci viene proposto, proprio sul battello, con un tempismo perfetto, uno spuntino fatto di tramezzini e paste salate. L’idea è molto apprezzata da noi viaggiatori tanto che ne abbiamo approfittato tutti. Del contenuto dei vassoi, pur abbondante, presto non resta nulla. Delle bevande soltanto dell’acqua minerale.
A Mira, in attesa degli addetti alla manovra dei ponti girevoli e delle conche, facciamo una sosta piuttosto prolungata intorno alle 13. Ciò va a incidere sulla tabella di marcia teorica ma non causa disagi di sorta.
La Guida ha modo di raccontarci alcune vicende della Mira Lanza, che per decenni produsse detersivi nell’edificio che è lì sulla sponda, ormai da tanti anni abbandonato. Dell’immaginario della mia generazione fanno parte i cartoni animati dell’Olandesina e del pulcino Calimero, protagonisti della pubblicità dei prodotti dell’azienda.
Di ciò, probabilmente, non sanno nulla i ragazzi di una scolaresca di Udine che sono sul battello minuscolo che ci segue da un pezzo e ora si affianca al nostro. Gli insegnanti ci sembrano giovani, figurarsi gli allievi.
Sulla sponda opposta, rispetto a quella dove sono i resti della MIra Lanza, è ancora attivo il ristorante “Isola di Caprera” presso il quale mi fermai chissà quanti anni fa.
Alle 14 sbarchiamo a Dolo dove c’è una sorta di isoletta formata da canali. La Guida ci fornisce indicazioni precisissime: non c’è da perdersi. E’ un bel posto marcato da un campanile alto e sottile. Nello slargo tra l’acqua e le case c’è spazio, nei locali c’è posto. I prezzi mi sembrano essere come sono da noi, senza il soprassoldo applicato ai turisti. Per una bruschetta, una birra e il caffè mi chiedono 11 euro presso ‘Carpe diem’ in piazza Cantiere.
Ripartiamo, col battello, alle 15.
I trasferimenti tra un punto di sbarco e l’altro sono piacevolissimi. Il battello procede senza scosse nel canale colmo d’acqua tranquilla. La temperatura è quella giusta per stare all’aperto. Le sponde sono verdissime per le erbe e le foglie primaverili. A seconda dei tratti vediamo case moderne, giardini fioriti, campagne coltivate. Molte le ville antiche, poche di loro trascurate o abbandonate, la maggior parte, invece, sono ben tenute e di bell’aspetto. Presso alcune notiamo l’accesso di turisti. Del resto quest’area è famosa e molto frequentata. Tuttavia le ville private, chiuse, prevalgono. La Guida s’impegna a raccontarci aneddoti, curiosità, caratteristiche delle località toccate ma il microfono in dotazione del battello non l’aiuta dato che si guasta in continuazione. Dopo parecchi tentativi credo che si sia arresa anche lei.
Lo sbarco a Stra, dove è la villa Pisani avviene alle 15,45. Salutiamo il battello e i battellieri. Il nostro pullman è già nel parcheggio. Entriamo soltanto nei giardini sia per il poco tempo che ci rimane, sia a causa del fatto che, così ci dicono, l’accesso all’edificio avremmo dovuto prenotarlo prima. Oltre ai componenti del nostro gruppo non ci sono che pochi altri visitatori. Vi sono anche dei tornelli, a bloccare il passaggio, come quelli della metropolitana. Forse che anche qui l’ora di punta sia come quella di là?
Comunque l’ingresso, che costa 8 euro, è caro. Il labirinto, dove si persero alcune colleghe quando venimmo qui in gita aziendale vent’anni fa, è chiuso per manutenzione. Tuttavia l’insieme del parco è piuttosto ben tenuto. E’ un risultato che richiede molto lavoro qualificato. Il grosso della comitiva segue la Guida. Io mi attardo, cercando di non perdere il contatto, ad osservare gli alberi, i cespugli, le aiuole. La breve passeggiata non mi delude. Vi è dell’altro oltre allo spettacolare impianto prospettico principale che conduce lo sguardo dal palazzo vero, attraversando spazi verdi e vasche dall’acqua calma, fino a quello falso, opposto all’altro. Mi piacciono, in particolare, i vialetti, marcati da esili archi di ferro abitati da cespugli rampicanti che ora sono verdi ma presto, certo, fioriranno. Poi le limonaie, già svuotate. E gli ippocastani, posti a filari, dalle infiorescenze talvolta rosse, altre bianche. E altro, naturalmente …
La partenza da Stra, col pullman avviene alle 17,05. Alle 17,35 a Padova scende la Guida. Arriviamo a Vimercate, senza incontrare problemi di sorta alle 19,40. Applaudiamo gli organizzatori e l’autista per la qualità del loro lavoro.
Mario Usuelli